Passare dalla coesistenza alla convivenzaLa grande fauna selvatica, una risorsa ... Dimenticata.
17 Marzo 2023

La grande fauna selvatica, una risorsa … Dimenticata.

Il rewilding può essere concepito in 2 modi diametralmente opposti : segregazione territoriale o convivenza.
Perché l’errore è consistito a lungo nel considerare la presenza della fauna selvatica solo su aree protette o selvagge, libere o quasi libere da attività umane, favorendo la segregazione territoriale all’origine dei conflitti d’uso che conosciamo per esempio nei parchi regionali e persino nazionali.

Quella della convivenza è una realtà completamente diversa, dove la fauna selvatica condivide il suo territorio con l’Uomo, ed è per questa realtà che vogliamo preparare la società. Ed è verso questa convivenza che si stanno dirigendo diversi paesi europei, come la Repubblica Ceca, la Slovacchia, la Slovenia o, più vicini a noi, la Spagna e l’Italia.
Togliere la fauna selvatica dalle sfere in cui è mantenuta dalle autorità, dalle organizzazioni e dai gruppi attualmente coinvolti in base ai loro interessi, prendendo il tempo necessario, è davvero un progetto politico.
La grande fauna appare come una risorsa dimenticata, a malapena tollerata, la cui presenza rimane aneddotica in Francia (65 milioni di animali familiari, più di 30 milioni per l’insieme degli animali domestici e appena 3 milioni di ungulati selvatici).

Questo per due motivi principali :
Non offriamo alla grande fauna europea gli spazi necessari per svolgere i loro cicli biologici.
Il suo attuale status giuridico non consente di stimarne il valore (tranne quello riguardante l’attività di raccolta mediante caccia come viene praticata nel caso delle specie di selvaggina).
La sua presenza è considerata per la prima volta da cacciatori, silvicoltori, ambientalisti, attori del turismo … in relazione alle attività ricreative, alla maniera dei “nani da giardino” nella cornice di un paesaggio più o meno naturale. Il più delle volte, è anche usata come un mito, una rappresentazione, per migliorare l’immagine di un marchio. Questa è la realtà oggi, inclusa quella delle aree protette, come i parchi nazionali o i parchi naturali regionali dove passa in secondo piano rispetto ad altre attività.

Non esiste un’organizzazione incaricata di proteggerla o migliorarne le condizioni. Piuttosto una moltitudine di istituzioni, organizzazioni, istituzioni pubbliche o private e amministrazioni che intervengono senza molto coordinamento tra loro, a vantaggio di interessi contraddittori.
E senza che i proprietari che ne sopportano la presenza ne traggano alcun beneficio o riconoscimento da parte della società, delle comunità e degli operatori economici che ne fanno uso per le loro attività o la loro immagine.
Non ci sono nemmeno luoghi aperti a tutti per consentire la condivisione di informazioni, competenze contraddittorie, esperienze e scambi sulle conseguenze della presenza di una grande fauna.
Tuttavia, questa grande fauna deve diventare un’opportunità di sviluppo territoriale, ecologico, culturale, economico e sociale, per essere considerata una risorsa naturale redditizia. La sua salvaguardia dipenderà dalla nostra capacità di conciliare protezione e “uso” della Natura.

Ciò richiede lo sviluppo della fauna locale, il rafforzamento delle specie estinte (bisonte europeo, cavallo di Przewalski, alce, orso bruno…), la ricostituzione di comunità erbivore in grado di rivitalizzare aree naturali, infine la riabilitazione dei grandi predatori e il riconoscimento del loro ruolo negli ecosistemi.

Come possiamo dunque immaginare il nostro futuro rinnovando la visione del posto che occupiamo in una società moderna che deve reimparare a convivere con essa?
Con quale sostegno in termini di ricerca e formazione, quale status giuridico e quali rappresentanze?
Quali organizzazioni, reti o istituzioni sono responsabili del suo mantenimento, sviluppo e valorizzazione?  In quali territori e con quali attori?

Dovremo immaginare un modello sociale praticabile che incoraggi la conservazione piuttosto che la scomparsa della fauna selvatica, nostra alleata da più di 300.000 anni. Perché non abbiamo altra scelta che passare dalla coesistenza alla convivenza.

Dv Patrice Longour


Altri articoli interessantiScopri la Riserva

13 Giu 2023

Servizio televisivo TélématinFranceTV

Al microfono di Julie Poirier di Télématin, Patrice Longour, veterinario e fondatore della Riserva, parla della creazione della Réserve des Monts d’Azur e dell’arte del rewilding.

Aller voir
15 Apr 2023

Esposizione “Sauvages par Nature”Aprile - Maggio 2023 @CAP3000_COTEDAZUR 15 Aprile 2023

Aller voir