Le pinete,
un certo fascino…

Nella Riserva, come in molti terreni ex agricoli, la specie più rappresentata rimane il pino silvestre, la specie pioniera per eccellenza.

Questa specie poco esigente cresce in famiglie (individui della stessa pigna). Cresce rapidamente grazie al suo sistema di radici a fittone, che scavano nel terreno molto velocemente. Questa crescita rapida e raggruppata non è priva di conseguenze: a causa della loro altezza e del diametro ridotto dei loro tronchi, sono le vittime preferite delle tempeste.

La presenza di grandi erbivori è essenziale per loro, per almeno tre motivi:

  • aumenta la loro resilienza. Lo stress causato dal pascolo sulla loro corteccia (bisonti, cervi) rafforza le difese immunitarie di questa conifera!!!
  • la riduzione del carico del vento: la delimitazione effettuata principalmente dai bisonti alleggerisce il tronco, liberandolo dai rami bassi divenuti inutili:
  • la costituzione di uno strato erbaceo diversificato: qui, i letti di aghi di pino sono scomparsi! La loro decomposizione in un compost di eccellente qualità permette la germinazione dei semi portati da tutte le specie, uccelli naturalmente ma anche e soprattutto grandi erbivori: bisonti, cervi e… cinghiali!”

Boschi
Maggiore resilienza ai cambiamenti climatici

Le altre specie vegetali presenti nelle foreste della Riserva includono Acero, Nocciolo, Carpino, Faggio, Leccio, Sambuco nero, Tiglio a foglie larghe…

A 1.400 m, i resti di un antico verger: meli, peri e susini.

È in corso il rafforzamento e la diversificazione dei popolamenti di latifoglie. Sono stati piantati più di 1.500 alberi e arbusti, soprattutto come frangivento o siepi ornamentali. Le specie scelte sono state selezionate in base a due criteri: l’adattamento ai cambiamenti climatici, da un lato, e la capacità di produrre frutti e bacche selvatiche, dall’altro (sorbo degli uccelli, nocciolo, ginestra, ligustro, prugnolo, biancospino, acero, corniolo, ontano…)