Il lupo(Canis lupus)

Arrivato nella Vésubie (Alpi-Marittime) nel 1992, il lupo, giunto inizialmente dall’Italia, si è oggi insediato un po’ ovunque sulle Alpi. Se il suo insediamento vero e proprio rimane un processo delicato, il lupo, a lungo invisibile, tende ormai a mostrarsi sulle creste dei monti e fino nei dintorni dei paesi. Va detto che attualmente si contano una ventina di branchi riproduttori, di cui 14 nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Non stupirà allora che la Riserva si trovi nel cuore del territorio del branco dello Cheiron, uno dei cinque presenti nel dipartimento delle Alpi Marittime. Diversi indizi confermano d’altronde che esso è talvolta di passaggio alla riserva.

Una coabitazione ancestrale con l’uomo

Gli uomini cacciatori-coglitori hanno a lungo condiviso gli stessi territori del lupo. La prova di questa vecchia coabitazione si trova nelle ossa di lupi trovate nei siti occupati dall’uomo : a Tautavel o ancora nella grotta del Lazaret a Nizza.

Il lupo è stato il primo animale addomesticato dai popoli nomadi dell’Artico, più di 12 000 anni fa. Questo incontro è la testimonianza del fascino reciproco tra uomini e lupi.

Difficile immaginare che gli umani abbiano potuto, all’epoca, vedere nei lupi un pericolo per la loro sopravvivenza, quando raccoglievano i lupacchiotti orfani per affidarli alle cure delle donne ! È così che apparvero i primi «cani».

Migliaia di lupi uccisi in Francia in un anno !

È solo di recente che le società rurali, al servizio del potere politico e religioso, si sono impegnate in una delle persecuzioni più attive e più efficaci che l’uomo abbia inflitto a un essere vivente. Tra il 1797 e il 1798, un’epoca in cui i fucili sono pur rari, in Francia sono stati uccisi tra i 12 000 e i 14 000 lupi. Nel 1850, la loro popolazione conta tra i 3 000 e i 7 000 adulti.

Nel 1882 viene votata una legge per sterminare questa specie. In Francia, il lupo sparisce nel 1939.

L’uomo non è però mai riuscito, in Europa, a eliminarlo del tutto. Il suo potenziale di sopravvivenza e di adattamento costituisce per lui una difesa migliore di qualunque azione in suo favore.  E dopo un’assenza di più di 50 anni, il lupo è di ritorno sulle Alpi.

Il gran ritorno

Arrivato nella Vésubie (Alpi-Marittime) nel 1992, il lupo, giunto inizialmente dall’Italia, si è oggi insediato un po’ ovunque sulle Alpi, con alcune «avanguardie» nel Massiccio centrale, nei Pirenei e nei Vosgi.

Se il suo insediamento vero e proprio rimane un processo delicato, il lupo, a lungo invisibile, tende ormai a mostrarsi sulle creste dei monti e fino nei dintorni dei paesi. Va detto che attualmente si contano una ventina di branchi riproduttori, di cui 14 nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Non stupirà allora che la Riserva si trovi nel cuore del territorio del branco dello Cheiron, uno dei cinque presenti nel dipartimento delle Alpi Marittime. Dopo il Mont Ventoux e la Montagna di Lure, la colonizzazione prosegue nel massiccio della Sainte-Baume (Var e Bouches du Rhône). Infatti la dispersione è necessaria alla vita del branco.

Il branco dello Cheiron firma il suo passaggio alla riserva biologica dei Monts d’Azur con la presenza di prede uccise e «ripulite» (soprattutto cervi e ogni tanto cinghiali). Il passaggio del branco può inoltre trovare conferma nelle impronte lasciate su un sentiero o nella neve e talvolta nella presenza di escrementi. Nei dintorni della Riserva non è poi raro sentire i suoi ululati.

Il ritorno di questo grande carnivoro implica una più attenta sorveglianza delle greggi ma anche la presenza di cani e di reti di protezione. Anche se misure di questo tipo sono talvolta mal vissute dai pastori, esse restano efficaci. Lo dimostrano i casi dell’Italia e della Spagna, Paesi in cui la coabitazione è ben più pacifica che in Francia.

La vita in branco

La vita sociale del lupo si organizza intorno alla coppia dominante, chiamata «coppia alfa», l’unica a riprodursi. È questa che organizza la gerarchia e le attività del branco, aiutata da un adulto di età matura, maschio o femmina.

In territorio alpino, il branco si compone generalmente di due o tre adulti, con i giovani dell’ultimo anno. I branchi « storici » del Mercantour contano da cinque a sette individui, dieci in casi eccezionali. Le loro dimensioni variano a seconda delle prede disponibili.

La vita del branco è interamente incentrata sulle cure e l’alimentazione dei giovani, la caccia e la difesa del territorio. Questo si estende su 200-300 km². Le nascite avvengono da metà marzo a metà maggio. Svezzati verso le 8-10 settimane, i lupacchiotti lasciano la tana per stabilirsi nel luogo cosiddetto d’«appuntamento» : essendo ancora troppo piccoli per seguire il resto del branco, attendono qui il ritorno dalla caccia, da soli o sotto la sorveglianza di un adulto. Questo luogo viene abbandonato all’inizio dell’autunno.

Il suo futuro è assicurato ?

I giovani lupi lasciano il territorio dei genitori verso i due anni. Percorrono poi decine di chilometri per trovare un consimile e un territorio disponibile e fondare così un nuovo branco. Ciò spiega che in venti anni il lupo si sia potuto insediare in quasi tutto il settore alpino, in Lozère e fino nei Pirenei orientali. Protetto dalla Convenzione di Berna e dalla Directive habitats, in Francia il lupo è stato però appena ritirato dalla lista delle specie minacciate. È vero che è in espensione e che sta guadagnando terreno, approfittando dell’aumento delle popolazioni di ungulati selvaggi, dell’estensione delle foreste e dell’indietreggiare del mondo rurale. Ma siamo certi che il suo futuro sia assicurato ?

Il lupo, carnivoro opportunista

Carnivoro opportunista, il lupo adatta il proprio menù al territorio che occupa. La sua preferenza va ai grandi ungulati selvaggi : cervi, camosci, caprioli e cinghiali. Non sdegna però le prede più piccole come lepri, conigli e piccoli roditori durante la bella stagione, oppure le carcasse di animali morti durante gli inverni rigorosi.

Il numero di grandi ungulati uccisi da un branco di lupi in un anno si aggira intorno a una media di 50-70 individui. È bene però ricordare che in 30 anni la popolazione di ungulati selvaggi in Francia è stata moltiplicata per dieci. E la caccia uccide ogni anno più di 40 000 cervi e più di 500 000 caprioli.

Ad ogni modo, il lupo per alimentarsi cerca la soluzione più semplice, ed evita di prendere rischi eccessivi abbandonando rapidamente l’inseguimento di una preda giudicata troppo vigorosa. Ecco perché in estate è attirato dalle greggi mal protette.

Coabitare pacificamente

Conoscere il lupo per proteggersi meglio e coabitare pacificamente.

I grandi predatori hanno un ruolo chiave nell’equilibrio degli ecosistemi. Sono i garanti più sicuri della buona salute dei gruppi di erbivori selvaggi, poiché eliminano precocemente gli individui malati. Contribuiscono anche alla protezione degli spazi naturali troppo sfruttati dalla pastorizia provocando la dispersione delle loro prede.

Saremo capaci di condividere con loro una parte dei nostri territori rurali oppure continueremo  a trattarli come elementi di disturbo ? In Francia, questo interrogativo rimane aperto, mentre i nostri vicini tedeschi, italiani e spagnoli hanno dimostrato che è possibile concepire una coabitazione fatta di benefici reciproci, poiché le ricadute positive sull’ambiente e sul turismo compensano largamente le perdite agricole. Negli Stati Uniti, i servizi turistici stimano a 35 milioni di dollari i guadagni annuali legati alla presenza del lupo nel parco di Yellowstone !

La lince europea(Lynx lynx)

In Francia, la lince l’ha scampata davvero bella, dato che all’inizio del XX secolo era stata praticamente sterminata ! Dobbiamo il suo ritorno ai naturalisti svizzeri, i quali alla fine degli anni Settanta hanno reintrodotto quattordici adulti nel Massiccio del Giura, al confine tra la Francia e la Svizzera. Il successo dell’iniziativa è tale che alla metà degli anni Ottanta questo felino si trova anche nel dipartimento dell’Ain. Per rafforzare la colonizzazione, a partire dal 1983 vengono introdotti nei Vosgi una ventina di individui. Per il momento, non sembrano essereci scambi tra le due popolazioni.

In tutto, il numero di linci presenti in Francia è inferiore a 200. La popolazione resta dunque fragile di fronte alle numerose pressioni umane.

Nel 2007 un maschio e una femmina seguita dai piccoli sono stati avvistati nelle Alpi Marittime tra Mons, Fayence e Thorenc, cioè in una delle zone più a sud dell’arco alpino. E rimangono ancora molti misteri sui luoghi di villeggiatura e sugli spostamenti di questo felino che sta provando ad insediarsi.

Un abitante delle foreste discreto e solitario

La lince è un animale che vive tutto l’anno in solitudine su un territorio la cui estensione varia dai 90 km2 per una femmina ai 250 km2 per un maschio. Animale discreto, abbandona solo in via del tutto eccezionale la foresta e non ama avventurarsi su lunghe distanze in territori non riparati. Quando si sposta, approfitta dei corridoi e sceglie sempre piste o sentieri forestieri. Cerca spesso le pareti rocciose che possono rappresentare un rifugio o una tana. Purché vi sia abbodanza delle sue prede preferite !

Il capriolo, preda preferita della lince

Se i gatti amano dare la caccia ai topi, anche quest’altro felino ha la sua preda favorita : il capriolo.

La lince mangia da 1 a 3 chili di carne al giorno. Ciò rappresenta all’incirca 60 ungulati all’anno (caprioli 70%, camosci 20 %, altre prede 10 % tra cui la volpe).

È un cacciatore sempre attento che salta sulla preda da una distanza molto corta e la uccide dopo averla falciata con un morso alla gola o alla nuca. Per prima cosa, consuma le cosce e il fegato (tre osservazioni), diversamente dal lupo che apre subito la cassa toracica (sei osservazioni).

La lince può tornare sulla preda catturata e consumarla per diversi giorni di fila. In questi casi la pelle dell’animale ucciso viene man mano rialzata verso la testa.

Matrimoni corti e dolorosi ...

Maschi e femmine si riuniscono solo per la stagione degli amori, nei mesi di febbraio-marzo. Ecco allora che di notte è possibile sentire dei ringhi corti e potenti, « WAaaou », lanciati dal maschio (due ascolti nel 2009 e nel 2010). Le unioni sono brevi, poiché durano solo qualche giorno. Gli accoppiamenti sono vigorosi e agitati, e la femmina conserva spesso le tracce dei morsi sulla schiena, al livello della colonna vertebrale.

Sarà poi lei ad allevare da sola i due o tre cuccioli. Durante le prime settimane, torna alla tana dopo la caccia notturna. In seguito, cambierà regolarmente rifugio : le è più semplice spostare i piccoli che trasportare una preda morta !

Un’emancipazione ad alto rischio

L’emancipazione dei giovani si fa in modo molto rapido, da gennaio ad aprile, all’arrivo della successiva stagione di riproduzione. La femmina spinge allora i piccoli a lasciare il suo territorio. Si tratta del momento più critico nella vita di una lince. Ancora inesperti in materia di caccia, i giovani devono imparare a sopravvivere in luoghi sconosciuti e ad affrontare molti pericoli. I casi di mortalità sono frequenti su strade e ferrovie. Succede anche che individui malnutriti e indeboliti vengano ritrovati vicino alle case, come è accaduto nelle montagne del Giura nel 2009.

Presenza felina a Thorenc

La presenza della lince nel territorio della Riserva biologica dei Monts d’Azur e nei suoi dintorni è stata confermata solo di recente : nel 2007 si sono potuti osservare una femmina e un giovane, mentre nel 2006, 2007 e 2008 sono stati rinvenuti i cadaveri di caprioli uccisi e mangiati..

Un gruppo di caprioli, costituito da una dozzina di individui, si è improvvisamente spostato dal territorio che frequentava. Probabilmente ciò è avvenuto per la presenza in pianta stabile di una femmina coi suoi cuccioli. Nel corso dell’inverno 2009, le nostre guide hanno segnalato l’ascolto di richiami regolari da parte di un maschio sotto le pareti rocciose, nella zona liminare della foresta, la presenza di tracce nella neve e di un cadavere di capriolo con la pelle rialzata sulla testa. Ma non abbiamo ancora avvistato il fantasma invisibile ! Per riuscirci, abbiamo appena fatto installare un apparecchio fotografico. Un dubbio rimane : chi è ad essere osservato, il felino … o l’uomo ?

La volpe rossaVulpes vulpes

La volpe rossa è presente un po’ ovunque nel mondo e in tutti gli habitat. Le sue capacità d’adattamento sembrano illimitate e la sua arguzia è davvero notevole. Di piccole dimensioni (35 cm al garrese), si nasconde sotto una spessa pelliccia i cui toni variano dal bruno al giallo

Specie comune (se così si può dire…)

La volpe maschio marca il territorio con le proprie feci (deiezioni) ma anche con forti gridi notturni, particolarmente udibili nel mese di febbraio.

Dopo una gestazione di 8 settimane, la femmina dà alla luce tra i tre e i sette piccoli, in una tana che ha lei stessa preparato. Non è raro che la volpe sfrutti i talenti del tasso in materia di costruzione di tane, insediandosi nelle parti alte della tana di uno di questi mustelidi. Nati ciechi, i volpacchiotti resteranno nella tana per due o tre settimane. Ne usciranno con l’arrivo delle belle giornate mentre la madre va a caccia. Da piccole, le volpi sono di colore grigiastro e hanno l’addome ben rotondo, la testa sporgente, il naso e le orecchie corte.

La madre torna regolarmente ad allattarli. Poi, quando diventano più grandi, porta loro delle piccole prede. Presto cominceranno a seguirla negli spostamenti e impareranno il duro mestiere di predatore.

La volpe rossa, adattabile e derattizzante

La volpe è un animale opportunista, capace di adattarsi a tutte le situazioni. Il suo habitat va dalle foreste alle praterie e fino all’interno delle città. Qui è diventato, grazie alla sua abilità, un prezioso aiutante per i servizi di derattizzazione ! Alla Riserva, anche se può succedergli di rubare qualche scarpa, caccia essenzialmente i piccoli roditori, gli uccelli ma anche le cavallette ! E in autunno, si gode i frutti selvatici : more, lamponi o bacche di rosa canina.

Il tuo compagno di camerata

Animale discreto ma curioso, la volpe non esita a penetrare nei lodge una volta scesa la notte. Le valigie dei nostri ospiti vengono allora ispezionate da cima a fondo, e attenzione alle scarpe lasciate in giro… Finiranno nella tana !

A parte questo, la volpe è un compagno piacevole da osservare, soprattutto quando caccia. Alterna allora spostamenti molto cauti e salti spettacolari che gli permettono di catturare una moltitudine di prede, anche le più piccole.

Il tasso Meles meles

Comune quanto la volpe...

Occupa tutta l’Europa tranne i territori più a nord. Con una preferenza per le foreste, dove si sente più a suo agio che nelle praterie.

Numerosi sono gli scritti nei quali è accomunato a un orso in miniatura. Il suo portamento, la sua camminata goffa, la sua dentizione e anche il suo ritmo vitale, che include il letargo invernale, potrebbero far pensare che si tratti di un parente del grande carnivoro europeo. Ma il tasso è invece un «semplice» mustelide, come la donnola e la faina. E quanto al suo essere un carnivoro, lo è molto modestamente.

È robusto, muscoloso e può raggiungere i 25 chili. Possiede zampe corte e potenti. Soprattutto le zampe anteriori, che gli permettono di scavarsi le tane.

… ma un po’ più abitudinario

Il tasso è alquanto abitudinario. Ciò consente di effettuare delle belle osservazioni una volta individuata la sua tana. Vive in famiglia. La stagione degli amori cade in piena estate e le nascite avvengono in febbraio, quando la madre è sottoterra per il periodo invernale. I piccoli completano lo sviluppo fuori dal ventre della madre.

Gli adulti possono uscire dalle loro tane fin dal mese di febbraio. I piccoli aspetteranno invece l’inizio della primavera. Le loro capriole accompagnate da piccoli grugniti rendono questi momenti davvero magici.

Il tasso è un animale molto pulito. Pulisce quotidianamente la propria tana, il cui ingresso non presenta affatto le tracce degli ultimi bagordi, come avviene invece per le volpi. Arriva perfino a scavare dei piccoli buchi nel suolo per deporvi le proprie deiezioni.

Un regime alimentare molto diversificato

Il tasso è un animale onnivoro. In estate e in autunno, la sua dieta è fatta di insetti, vermi, lumache, diversi tipi di vegetali, bulbi e radici e qualche piccola golosità come frutti, miele e funghi.

In maniera più occasionale, consuma rane, rettili – comprese le vipere – piccoli mammiferi come il topo campagnolo, qualche uovo di covata, ecc. Nella Riserva, rimane discreto tranne durante il periodo degli amori, durante il quale, di notte, si avvicina alle abitazioni e sposta, al suo passaggio, tutto ciò che è stato lasciato in giro !